Finora, la maggior parte degli studi che indagano sulle funzioni cerebrali e sull’intelligenza sono stati condotti su esseri umani o animali, come scimmie e altri mammiferi. Tuttavia, alcune specie aviarie, tra cui corvidi e pappagalli, hanno anche capacità cognitive sofisticate e sorprendenti, a volte paragonabili a quelle dei mammiferi dal grande.
I ricercatori della Queen Mary University di Londra e dell’Università di Cambridge hanno recentemente esaminato i risultati del passato relativi all’evoluzione della cognizione negli uccelli, concentrandosi su un sofisticato kit di strumenti cognitivi che i volatili potrebbero condividere con gli esseri umani e altri mammiferi. Questo kit di strumenti include diversi processi, come il ragionamento causale, la flessibilità comportamentale, la prospezione (cioè la produzione di rappresentazioni mentali su possibili scenari futuri) e l’immaginazione.
Per molto tempo, i ricercatori hanno ipotizzato che la maggior parte del comportamento aviario sia di natura istintuale e che gli uccelli abbiano cervelli primitivi che li portano a eseguire solo processi mentali di base. Di conseguenza, la ricerca neuroscientifica passata incentrata sugli uccelli ha esaminato principalmente aspetti semplici della cognizione osservati sia negli esseri umani che in altri animali, come l’apprendimento e la percezione associative.
Nel loro articolo, i ricercatori riassumono gli sviluppi nello studio del cervello aviario, discutendo la possibilità che i membri della famiglia dei corvidi e dei pappagalli siano capaci di complessi processi cognitivi. I processi mentali specifici esaminati sono stati osservati in una varietà di uccelli e mammiferi diversi.
Un argomento interessante avanzato dai ricercatori è che le capacità mentali avanzate osservate negli uccelli coinvolgono ciò che è noto come metacognizione. La metacognizione è la capacità di comprendere e monitorare gli stati interni, come i processi di pensiero. In altre parole, i ricercatori sostengono che il fatto che alcune specie aviarie siano in grado di capacità cognitive avanzate potrebbe essere un’indicazione che hanno un certo livello di autocoscienza.
In un importante test gli uccelli, posti davanti a uno specchio, hanno ricevuto sul corpo un segno per vedere se si riconoscevano nel riflesso e iniziassero a toccare o indagare tale segno. Il test, però, ha prodotto risultati deludenti, il che potrebbe suggerire che hanno poca o nessuna autocoscienza. Secondo i ricercatori, tuttavia, questo test potrebbe non essere l’ideale per testare la consapevolezza di sé in animali che differiscono in modo significativo dall’uomo, in quanto non tiene conto delle possibili differenze nelle loro strutture corporee e nei loro sistemi sensoriali.
In futuro, questo lavoro potrebbe essere un’utile guida e fonte di ispirazione per i ricercatori che desiderano indagare sui processi cognitivi degli uccelli. Le idee presentate in esso, comprese le riserve del team sull’efficacia del test, potrebbero anche dare il là allo sviluppo di nuove tecniche o procedure per testare l’autoconsapevolezza in specie animali che differiscono maggiormente dall’uomo.