Si può soffrire per la perdita di un animale domestico, nello stesso modo (o anche peggiore) della morte di una persona “umana” a noi cara?
Rispondere a questa domanda non è certo facile, ma una cosa è certa: il nostro rapporto con il decesso di animali domestici è cambiato nel corso dell’ultimo secolo. Dunque, non deve affatto sorprendere che oggi si senta così tanto dolore per la perdita di un cane o di un gatto (o altro animale d’affezione), perché in buona parte del mondo sono considerati sempre più membri della famiglia.
Stando a una statistica condotta negli USA qualche mese fa, oggi il 68% degli americani possiede un animale domestico, con un aumento del 12 percento rispetto a quando presero il via le serie statistiche sulla proprietà degli animali domestici nel Paese, nel 1988, quando peraltro era già in pieno boom l’adozione di cani e gatti.
Non solo. Secondo i sociologi americani perdere un amico animale è qualcosa resa ancora più difficile dalla relativa novità dell’esperienza, essendo spesso la prima esperienza di una persona alle prese con una morte ravvicinata, e essendo una delle poche volte che la maggior parte delle persone ha scelto l’eutanasia per porre fine a una vita, quella del proprio pet.
Ulteriormente, a seconda della relazione, la perdita di un animale domestico può essere più traumatica del dolore che proviamo dopo la morte di parenti e amici. In parte, questo avviene perché gli animali domestici condividono alcune delle nostre relazioni più intime (li vediamo tutti i giorni, dipendono da noi, adattiamo le nostre vite ai loro bisogni) – e lamentiamo pubblicamente che la loro perdita non sia socialmente accettabile.
Tuttavia non ci siamo sempre sentiti così. Come società, ci siamo spostati dal pensare agli animali domestici come accessori o “pezzi” di arredamento privi di sentimenti, a esseri ovviamente senzienti. Gli animali domestici diventano membri della famiglia perché plasmano attivamente il modo in cui viviamo: basti considerare che tante persone che hanno animali domestici si svegliano a una certa ora non a causa di una sveglia o di un loro bisogno, ma solo perché il loro cane ha bisogno di una passeggiata. Insomma, proprio come gli altri umani, anche gli animali domestici sono parte di una famiglia, poichè facendo queste pratiche – alzarsi insieme, mangiare insieme, e tutto il resto – sono parte di quei rituali che rendono la famiglia tale.