Gli animali domestici sono sempre più bene accetti anche nelle corsie ospedaliere. E a partire dal prossimo 20 novembre, anche nelle strutture lombarde sarà possibile portare in visita cani, gatti, conigli e altri animali da compagnia. Una buona notizia per tutti gli amanti degli animali da affezione, e sicuramente per tutti i pazienti che, ricoverati negli ospedali della regione, vorrebbero poter ricevere la gradita visita del proprio pet, in attesa che ciò divenga possibile anche nel resto d’Italia.
“Portare i propri animali in ospedale è una grande conquista, un segno di civiltà, una gran gioia per tutte le persone malate” – riportava su Io Donna il veterinario Mauro Cervia, presidente di Amo gli animali onlus, già promotrice di altre importanti campagne. “Abbiamo insistito molto perché il regolamento attuativo della legge regionale numero 33 del 2009 entrasse in vigore e oggi, grazie anche alla collaborazione dell’assessore al welfare della Regione Lombardia, avvocato Giulio Gallera, questo è finalmente realtà”.
Ma come funzionerà l’ingresso degli animali da compagnia negli ospedali?
Come si può ben immaginare, l’ingresso nelle strutture mediche e nelle case di cura di cani, gatti, conigli, e altro ancora, sarà sottoposto a ovvie norme ben precise. L’ingresso, in particolare, sarà consentito solamente agli animali domestici che vivono nelle famiglie dei pazienti, e solo dietro esplicita richiesta di accesso presentata dal paziente o da un familiare. A quel punto, saranno i medici della struttura a valutare, caso per caso, la compatibilità delle visite con lo stato di salute dei pazienti, e quindi i possibili benefici derivanti dalla presenza dell’animale.
È inoltre previsto, per l’ammissibilità dell’animale, che il pet sia iscritto all’anagrafe degli animali d’affezione, sia vaccinato e sia assicurato. I cani dovranno inoltre indossare la museruola.
“A decidere in quali reparti gli animali avranno libero accesso sarà poi il direttore sanitario della struttura che dovrà anche stabilire se l’incontro potrà avvenire nelle singole stanze o in un locale apposito” – dichiara ancora Mauro Cervia – “E anche indicare chi si occuperà dei controlli e di accompagnare gli animali in corsia“.
A questo punto, è lecito concludere rammentando come il primo importante passo in avanti sia già stato fatto, e che ora la palla passa agli ospedali lombardi, che potranno procedere autonomamente per dare la possibilità, al più presto, agli animali di confortare i loro padroni ricoverati.