Conigli, ecco come sono diventati animali domestici

conigli nani

Non è un segreto che amiamo i nostri animali domestici, specialmente cani e gatti. Ma per quanto riguarda i conigli? Dopo cani e gatti, sono il terzo animale domestico più popolare in Italia.

Nonostante la loro ubiquità, ci sono ancora molte cose dei conigli che potrebbero sorprendere. Ad esempio, se adeguatamente curati, possono vivere da 10 a 12 anni. Inoltre, i loro lunghi denti e la propensione a rosicchiare potrebbero far pensare che siano roditori, ma in realtà fanno parte dell’ordine dei Lagomorpha, a cui appartengono anche le lepri e i meno conosciuti pika, piccoli abitanti delle montagne che si trovano in Africa e Nord America.

Ci sono molte cose che anche veterinari e scienziati stanno ancora imparando su questi morbidi animali. In realtà, la scienza non sa molto. Dei cani sa tutto, sui gatti quasi, ma con i conigli solo negli ultimi due anni i ricercatori hanno iniziato a lavorare molto di più su di loro.

La maggior parte dei conigli domestici ama sdraiarsi sul pavimento. Quando un nuovo ospite entra in casa, si precipitano per annusare l’intruso con curiosità. Ma perché continuano a cercare affetto quando una persona si avvicina mentre quelli selvaggi fuggono terrorizzati?

Leif Andersson, genetista di animali presso l’Università svedese di Uppsala e la Texas A&M University, spiega: “Poiché i conigli vengono addomesticati, col tempo si agitano di meno quando si trovano circondati dalle persone. D’altronde, vengono cacciati da gatti, visoni, aquile, falchi e altri, ma anche dagli esseri umani. Quindi sono molto cauti e corrono nelle loro tane quando hanno paura.  Nessun animale è più difficile da addomesticare dei cuccioli del coniglio selvatico, come quasi nessun animale è più docile di loro”.

Nel 2014, Andersson e i suoi colleghi hanno pubblicato uno studio che esamina la base genetica dell’addomesticamento dei conigli. Il team di ricerca ha eseguito il sequenziamento dell’intero genoma di diversi campioni di popolazione di conigli selvatici nel sud della Francia e nella penisola iberica, oltre a campioni di diverse razze di conigli domestici. Hanno scoperto che gli animali si sono adattati attraverso la selezione poligenica, un processo in cui una popolazione si adatta attraverso piccole variazioni di geni situati in aree diverse su cromosomi diversi piuttosto che come risultato di un singolo fisso cambiamento. Oltre a ciò, gli autori dello studio hanno teorizzato che questi cambiamenti potrebbero aver effettivamente alterato l’architettura del cervello dei conigli.

In uno studio pubblicato invece nel 2018, gli scienziati hanno esaminato più da vicino questi cambiamenti genetici per vedere se avessero effettivamente rimodellato il cervello dei conigli.

Utilizzando l’imaging MRI ad alta risoluzione, hanno scansionato il cervello di conigli selvatici e domestici per individuare le differenze che potrebbero spiegare il loro comportamento. Hanno scoperto che negli otto conigli da compagnia che hanno scansionato, l’amigdala, una parte del cervello che elabora la paura, era del 10% più piccola rispetto alle loro controparti selvagge. Allo stesso tempo, la corteccia prefrontale mediale, l’area che controlla le risposte alla paura, era dell’11% più grande nei conigli domestici. Gli scienziati hanno anche scoperto che il cervello dei conigli domestici ha meno materia bianca dei loro parenti selvatici, rendendoli meno capaci di elaborare le informazioni e smorzando quell’istinto primordiale di fuggire.

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