Coronavirus, occhio al “bacio” del gatto!

gatto siamese

Chiunque conosca benissimo i gatti sa che possono essere vettori di virus, quindi nessuna sorpresa in merito è lecita. L’unica cosa sorprendente è che il mondo ha impiegato così tanto tempo per scoprirlo.

È il caso di un gatto siamese, appartenente alla più imperscrutabile, mutevole e inaffidabile specie. Vive nell’Inghilterra meridionale e il laboratorio di salute degli animali di Weybridge ha confermato la scorsa settimana che è affetto da COVID-19. Come è possibile che questo gatto abbia contratto il coronavirus? Probabilmente i suoi proprietari lo hanno baciato, hanno starnutito su di lui oppure lo hanno utilizzato come una sorta di fazzoletto.

A differenza dei cani, che hanno meno probabilità di contrarre il COVID-19, i gatti sono più soggetti ad essere portatori di malattie e famosi per il loro terribile herpes felino, il loro spaventoso calicivirus, la loro anemia infettiva, il virus dell’immunodeficienza, il cimurro e la rabbia (l’elenco potrebbe continuare).

Anche se si dice che hanno nove vite, i gatti si ammalano e muoiono. Questo siamese, di circa sei anni d’età, presentava mancanza di respiro e cospicua secrezione nasale. Alla fine è guarito, ma non prima però di aver terrorizzata circa un milione di proprietari di gatti nel Regno Unito.

Margaret Hosie, professoressa di virologia comparata all’Università di Glasgow, ha consigliato loro di osservare un’igiene molto attenta. “Non baciate il vostro gatto”, ha affermato, “non fatelo dormire insieme a voi e non condividete con lui il vostro cibo”.

La professoressa è rimasta molto sorpresa che un gatto siamese, razza che ha la pelliccia corta, abbia contratto la malattia. “Onestamente pensavo che quelli con il pelo più folto e soffice sarebbero stati più esposti a starnuti o goccioline della tosse”.

Non c’è dubbio che i gatti sono fonte ambulante di malattie. Anzi, si può tranquillamente dire che sono dei veri e propri untori. Quindi, se uno di loro è in grado di contrarre il coronavirus, tutti gli altri possono. Ecco perché bisogna evitare di esporlo a starnuti e colpi di tosse.

Tutto questo non farà sicuramente felici i circa 11 milioni di proprietari di gatti sparsi per il Regno Unito. Non più di due mesi fa, la British Vetinary Association causò un certo panico quando il suo presidente suggerì che tutti questi gatti dovevano essere tenuti dentro durante la pandemia. Presi dal panico, alcuni di loro si affrettarono a costruire loro un rifugio fuori di casa, per l’immensa gioia degli uccelli che volavano nei pressi dei giardini. Per fortuna, questo allarme rientrò quasi subito. Comunque sia, l’appello resta valido: non baciare il gatto!

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