Salamandra nera: dove vive, come riconoscerla, rischi e conservazione

La salamandra nera (Salamandra atra) è un anfibio delle Alpi (e di parti delle Alpi Dinariche), completamente scuro e viviparo: i piccoli nascono già formati, senza fase larvale in acqua. Vive in ambienti montani freschi e umidi tra 600 e 2.600 m; a livello globale è LC – Least Concern (IUCN), ma alcune sottospecie locali sono più vulnerabili.

salamandra nera

Cos’è la salamandra nera: riconoscimento, tassonomia e differenze

Con “salamandra nera” ci si riferisce comunemente a Salamandra atra, specie del genere Salamandra (fam. Salamandridae). A livello di riconoscimento, l’elemento più immediato è la livrea completamente scura (nera/nerastro-bruna) senza le macchie gialle tipiche della salamandra pezzata (Salamandra salamandra). Questa uniformità cromatica riduce gli equivoci sul campo, soprattutto per chi fa escursioni in quota.

Le dimensioni sono medio-piccole (circa 12-15 cm totali nell’adulto, con variabilità in base alla popolazione), il corpo è robusto e presenta i consueti solchi costali laterali. La pelle, liscia e lucida come in molti caudati, ospita ghiandole cutanee in grado di rilasciare sostanze deterrenti per i predatori.

Oltre alla forma nominale (S. a. atra), sono descritte alcune sottospecie: S. a. aurorae (sottospecie endemica con macchie giallo-oro nell’area Altopiano dei Sette Comuni), S. a. pasubiensis (Monte Pasubio, con leggere variazioni cromatiche), S. a. prenjensis (Alpi Dinariche, validità dibattuta). Questi taxa sono rilevanti in ottica di conservazione per via dell’areale molto ristretto (in particolare aurorae).

Oltre al colore, la differenza con la salamandra pezzata è ecologica e riproduttiva: la S. salamandra depone larve in acqua (specie e popolazioni variano), mentre S. atra è vivipara: i piccoli nascono già metamorfosati. Questo è un vantaggio adattativo negli ambienti alpini, dove l’acqua idonea può essere scarsa o instabile.

Riconoscimento rapido della Salamandra nera:

  • Livrea: nera uniforme; assenza di macchie gialle.
  • Habitat: quota medio-alta, microambienti freschi e umidi.
  • Comportamento: più attiva con pioggia/nebbia; spesso sotto pietre/legno morto.
  • Riproduzione: nessuna fase larvale acquatica; piccoli nati già formati.

Distribuzione e habitat: Alpi, Dinaridi e microambienti idonei

La distribuzione della Salamandra Atra è alpinodinarica: la specie è endemica dell’arco alpino (Italia, Svizzera, Austria, Germania meridionale, Francia sud-orientale) e presente anche in settori delle Alpi Dinariche (Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina). In Italia, le segnalazioni sono concentrate nelle regioni alpine settentrionali, con presenze puntuali e talvolta frammentate.

Per la quota altitudinale, le fonti concordano su un intervallo indicativo compreso tra 600 e 2.600 m s.l.m. (la maggior parte degli avvistamenti cade tra 900 e 2.200 m). Preferisce ambienti freschi, pertanto, all’aumentare dell’altitudine, la specie trova microclimi adeguati alla sua fisiologia (umidità elevata, temperature moderate).

È possibile trovarla in boschi montani (faggio, abete, larice) con lettiera e muschi, pietraie/ghiaioni con fessure, margini di ruscelli o sorgenti senza dipendenza diretta dall’acqua per la riproduzione. I substrati rocciosi con interstizi e il legno morto sono utilizzati come rifugi (riduzione evaporativa). In Lombardia, ad esempio, la distribuzione è discontinua con tre nuclei principali (Alpi Retiche; Alpi/Prealpi Orobiche; massiccio dell’Adamello), separati da grandi valli glaciali (Valtellina, Val Camonica): un quadro tipico di frammentazione naturale che rende preziose le connessioni ecologiche.

Sottospecie e casi studio: aurorae, pasubiensis, prenjensis

Le sottospecie di Salamandra nera atra forniscono casi di studio utili per comprendere come isolamento geografico e condizioni locali plasmino morfologia e vulnerabilità.

  • a. aurorae (Altopiano dei Sette Comuni, Veneto/Trentino): areale estremamente ristretto (ordine di decine di km²), macchie giallo-oro sul dorso, caratteristiche pigmentariesalamandra aurorae studiate in dettaglio. L’endemicità e il range minimo la espongono a rischi specifici (gestione forestale post-eventi estremi, traffico turistico, patogeni).
  • a. pasubiensis (Monte Pasubio, VI): sottospecie locale con segnali cromatici ridotti; la piccolezza dell’areale implica attenzione nella pianificazione di interventi forestali e sentieristica.
  • a. prenjensis (Dinaridi): popolazioni in monti Čvrsnica–Prenj; la validità tassonomica è oggetto di discussione, ma il rilievo biogeografico resta alto (isole ambientali, connettività ridotta).

Biologia, comportamento e riproduzione vivipara

Sul piano comportamentale, la Salamandra nera è terrestre e tendenzialmente elusiva. L’attività in superficie aumenta con umidità elevata (pioggia, nebbia) e cala nelle fasi secche o calde, quando gli individui restano in rifugi profondi.

La dieta è quella tipica di un piccolo predatore del suolo: invertebrati (larve di insetti, coleotteri, lombrichi, aracnidi, altri artropodi) catturati con opportunismo nei pressi dei rifugi. La colorazione scura e le secrezioni cutanee forniscono una moderata protezione dai predatori; resta comunque essenziale per l’animale limitare l’esposizione in condizioni sfavorevoli.

La riproduzione è il tratto che più caratterizza la specie in chiave adattativa: viviparità (o ovoviviparità interna). Le uova vengono fecondate e si sviluppano nell’ovidotto; di norma un embrione per corno uterino completa lo sviluppo, mentre le altre uova degenerano. La gestazione è insolitamente lunga per un anfibio (in letteratura sono riportati 2–4 anni, con variabilità legata anche alla quota), e i piccoli nascono già formati (≈4–4,4 cm), senza passare da uno stadio larvale acquatico. Questo svincolo dall’acqua rappresenta una risposta efficace ai vincoli ambientali di alta quota (acque fredde/instabili, breve stagione produttiva).

A livello fisiologico, la viviparità implica investimento materno elevato e bassa fecondità (pochi piccoli per evento riproduttivo), strategie coerenti con specie di ambienti severi e imprevedibili. In termini di longevità, S. atra può superare i 10 anni.

Minacce e stato di conservazione

Sul fronte dei cambiamenti climatici, l’aumento di temperature medie e la maggiore variabilità (estati secche, eventi estremi) erodono i microhabitat umidi di cui la specie dipende. In quota, lo spazio disponibile si riduce (“effetto cima”: salire è possibile fino a un limite fisico), mentre la frammentazione naturale e antropica limita la connettività tra nuclei. Servono corridoi ecologici, pianificazione forestale attenta e monitoraggi per anticipare gli impatti.

Il fungo Batrachochytrium salamandrivorans (Bsal), responsabile della cosiddetta “salamander plague”, ha causato mortalità in più specie europee. Studi recenti indicano un rischio concreto per i caudati europei, con dinamiche di diffusione mediata dall’uomo (trasporto di materiale, trade, spostamenti).

Negli ultimi anni stanno crescendo le ricerche sulla Salamandra atra e la Salamndra atra aurorae: uno screening 2024 su 44 individui di aurorae nell’area Vezzena (TN) non ha rilevato il Bsal, ma la sorveglianza resta fondamentale. In UE la specie è inclusa nei quadri di tutela (Direttiva Habitat) e il suo status resta LC, ma per unità a range ristretto (es. aurorae) l’attenzione rimane molto elevata.

FAQ – Domande utili

  • Dove vive soprattutto la salamandra nera?
    Sulle Alpi (Italia, Svizzera, Austria, ecc.) e in parti delle Alpi Dinariche, tra ~600 e 2.600 m.
  • Come la distingui dalla salamandra pezzata?
    La nera è uniformemente scura; la pezzata ha macchie gialle e, in genere, dipende dall’acqua per la riproduzione.
  • È vero che partorisce piccoli già formati?
    Sì. S. atra è vivipara: nessuna fase larvale acquatica esterna.
  • È una specie minacciata?
    A livello globale è LC (IUCN), ma alcune sottospecie a range ristretto sono più vulnerabili.
  • Che rischi sanitari la riguardano?
    Il patogeno Bsal è una minaccia per le salamandre europee; su S. atra servono monitoraggi costanti.

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