I coralli sono degli organismi molto complessi ma anche tra i più affascinanti del mondo marino. Siamo abituati ad associarli alle barriere coralline tropicali, ma in realtà ci sono diversi tipi di coralli che appartengono all’ecosistema e, ogni specie, per quanto piccola, svolge un proprio ruolo che risulta essere fondamentale. Cerchiamo di capire come vivono i coralli marini e quante tipologie esistono in natura.
Cosa sono i coralli e come si classificano?
I coralli sono animali formati da minuscoli polipi, piccoli organismi che si nutrono di plancton e vivono in colonie. Insieme formano strutture che possono durare secoli, vere e proprie architetture naturali che diventano la base di interi ecosistemi marini.
I coralli vengono generalmente suddivisi in due grandi categorie: duri e molli. I primi, detti anche sclerattini, producono uno scheletro calcareo rigido e sono responsabili della formazione delle barriere coralline.
I secondi, più flessibili, hanno una struttura interna composta da piccole spicole che li rendono morbidi e oscillanti. Questa distinzione è molto importante per capire come funzionano gli habitat marini, poiché i coralli duri danno vita alle fondamenta del reef, mentre quelli molli lo popolano e contribuiscono alla sua varietà biologica.
Molto importante è la simbiosi con le zooxantelle, minuscole alghe che vivono all’interno dei polipi.
Queste alghe forniscono energia ai coralli attraverso la fotosintesi e, in cambio, ricevono nutrimento e protezione. È proprio grazie a loro che i coralli assumono colori così vivaci. Quando l’acqua si scalda o diventa troppo acida, le zooxantelle abbandonano i polipi, causando lo sbiancamento del corallo. È un fenomeno che segnala un ecosistema in sofferenza, e che negli ultimi anni è diventato purtroppo sempre più frequente.
I coralli duri
Come anticipato, i coralli duri sono i veri costruttori del reef. Ogni colonia nasce da un singolo polipo che, nel tempo, secerne carbonato di calcio creando lo scheletro rigido che caratterizza queste strutture. L’unione di milioni di polipi forma un sistema vivente che cresce lentamente ma in modo continuo, generando paesaggi sottomarini di rara complessità.
I coralli duri sono molto diversi tra loro, alcuni, come i coralli cervello, hanno forme tondeggianti e solcate da linee che ricordano la superficie del cervello umano. Altri, come gli Acropora, crescono ramificati e sono molto sensibili ai cambiamenti di temperatura e salinità. Esistono anche specie come i coralli fungo, che vivono isolati e possono muoversi lentamente sul fondale, e i coralli a stella, che formano grandi colonie dai colori caldi.
I coralli molli
Se i coralli duri costruiscono, i coralli molli danno vita e movimento e li si riconosce subito: ondeggiano dolcemente con la corrente, formando paesaggi quasi ipnotici. Non hanno scheletri rigidi, ma strutture flessibili sostenute da sottili spine di carbonato di calcio. Questo li rende più elastici e capaci di adattarsi a correnti più forti o acque meno stabili.
Appartengono principalmente all’ordine Alcyonacea, e comprendono generi molto diffusi come Sarcophyton, Sinularia e Lobophytum. In un reef naturale, occupano spesso le aree marginali, dove la luce è filtrata e il movimento dell’acqua è costante. Le loro forme ricordano ventagli, rami o piccole piante carnose, e i colori spaziano dal beige al viola intenso.
Dal punto di vista ecologico, i coralli molli proteggono i piccoli crostacei, offrono rifugio ai pesci e contribuiscono alla filtrazione dell’acqua. In molti casi si sviluppano su rocce o zone dove i coralli duri non riescono a crescere, completando l’equilibrio del reef. Quando le correnti li attraversano, le loro superfici trattengono nutrienti e microalghe, creando piccoli ecosistemi in miniatura.
Inoltre, la loro interazione con luce è molto affascinante perché di giorno appaiono molto luminosi, mentre di notte si ritirano, rivelando le loro strutture interne e questo, insieme alla loro capacità di rigenerarsi, li rende molto preziosi.
I coralli SPS e LPS: il significato delle sigle
Queste due sigle tornano spesso nei forum di appassionati o nei negozi specializzati, ma non tutti sanno davvero cosa indicano e perché sono così importanti.
La differenza principale tra i due gruppi sta nelle dimensioni dei polipi, le piccole “bocche” che compongono ogni corallo, e nel modo in cui questi organismi reagiscono all’ambiente. Da questo derivano anche esigenze di cura e mantenimento molto diverse, sia in natura che in acquario.
I coralli SPS (Small Polyp Stony) hanno polipi minuscoli, compatti, e costruiscono scheletri molto duri e ramificati. Sono tra i più affascinanti da osservare, ma anche i più delicati da mantenere. Hanno bisogno di acqua pulitissima, illuminazione forte e flussi costanti. Crescono lentamente, ma ripagano la pazienza con forme eleganti e colori che cambiano a seconda della luce. Specie come Acropora o Montipora ne sono l’esempio perfetto, vere sculture viventi che sembrano scolpite nel mare.
I coralli LPS (Large Polyp Stony), invece, hanno polipi più grandi e morbidi, spesso visibili a occhio nudo. Sono meno sensibili alle variazioni dell’acqua e più adatti a chi è alle prime armi con l’acquariologia marina. Le loro forme sono più “morbide” e fluide, con tentacoli che si muovono lentamente seguendo le correnti. Euphyllia, Caulastrea e Trachyphyllia sono tra i più conosciuti.
Quindi:
- SPS: polipi piccoli, crescita lenta, richiedono acqua molto pulita e stabile.
- LPS: polipi grandi, crescita più veloce, tollerano lievi variazioni e sono più semplici da gestire.
Questa distinzione è utile per chi gestisce un acquario e vuole scegliere i tipi di coralli più adatti alle proprie esigenze di allevamento, ma lo è anche in natura perché ci dice molto sul comportamento dei coralli: gli SPS prosperano in acque molto limpide e illuminate, tipiche delle zone più esposte del reef, mentre gli LPS preferiscono le aree più riparate e profonde, dove la corrente è più dolce e la luce meno intensa.
Specie e nomi di coralli
Il mondo dei coralli è estremamente vario, e ogni oceano custodisce le proprie specie dominanti. Alcuni coralli sono noti per la loro diffusione, altri per la loro forma particolare o per i colori intensi che li rendono unici.
Tra i più conosciuti troviamo:
- Acropora millepora, con ramificazioni sottili e tonalità che vanno dal blu al rosa;
- Fungia scutaria, il corallo fungo, che vive isolato sui fondali sabbiosi;
- Euphyllia glabrescens, il cosiddetto “corallo torcia”, apprezzato per i suoi tentacoli fluorescenti;
- Sarcophyton trocheliophorum, detto corallo cuoio, dalle forme compatte e vellutate.
Molti di questi organismi popolano le barriere coralline tropicali, ma anche i nostri mari ospitano piccole specie autoctone, come Cladocora caespitosa, presente nel Mediterraneo.
Perché studiare e proteggere i coralli?
I coralli sono responsabili di un quarto della biodiversità marina, ma oggi stanno vivendo una crisi silenziosa. L’aumento delle temperature, l’acidificazione e l’inquinamento mettono a rischio le barriere coralline di tutto il mondo.
I coralli sono indicatori di salute ambientale, quando soffrono loro, soffre tutto il mare. Studiare le loro reazioni ai cambiamenti climatici permette di capire come evolve l’oceano e quanto la vita sulla Terra dipenda da esso. Proteggere i coralli vuol dire proteggere anche pesci, molluschi, alghe e persino le coste, che senza le barriere naturali sarebbero più esposte all’erosione.
FAQ – Domande frequenti
. Qual è la differenza tra coralli SPS e LPS?
I coralli SPS hanno polipi piccoli e scheletri duri, richiedono acqua molto pulita e luce intensa. Gli LPS hanno polipi più grandi, sono più resistenti e facili da gestire.
2. Dove si trovano i coralli marini?
I coralli vivono soprattutto nei mari tropicali, tra i 20 e i 30 metri di profondità, ma alcune specie si trovano anche nel Mediterraneo, come la Cladocora caespitosa.
3. Quanti tipi di coralli esistono al mondo?
Oggi si conoscono oltre 2.000 specie di coralli duri e più di 1.500 di coralli molli, suddivise in centinaia di generi diversi.
4. I coralli sono animali o piante?
I coralli sono animali marini che vivono in colonie formate da piccoli polipi. Collaborano con alghe microscopiche, le zooxantelle, da cui ricavano energia attraverso la fotosintesi.
5. Come si possono proteggere i coralli?
Evitando l’inquinamento, limitando la pesca distruttiva e riducendo le emissioni di CO₂ che riscaldano i mari. Anche scegliere acquari sostenibili e non acquistare coralli prelevati illegalmente aiuta a proteggerli.




