Tra gli animali che vanno in letargo c’è la puzzola, ma il suo periodo di riposo, in realtà, è un po’ diverso, si parla di ibernazione.
La puzzola europea o puzzola della foresta appartiene alla famiglia della Martore e, proprio come la martora, è un predatore. È un animale solitario, tranne durante il periodo degli accoppiamenti.
È attiva soprattutto di notte, pattuglia anche chilometri alla ricerca di cibo ed è un’abilissima nuotatrice.
La puzzola è facilmente riconoscibile per il suo aspetto caratteristico: una livrea color bruno-nero e una mascherina bianca sul muso. I maschi possono pesare fino a 1,45 kg ed essere lunghi 45 cm, mentre le femmine sono più piccole.
Vive in tutta Europa e in Svizzera, preferisce nascondersi per la maggior parte del tempo e abita luoghi vicino a corsi d’acqua, zone umide, scarpe e siepi.
Come anticipato, quando si avvicina l’inverno, la puzzola va in ibernazione, vediamo di cosa si tratta.
Cos’è l’ibernazione?
L’ibernazione è uno stato di inattività e metabolismo ridotto che alcuni animali adottano per sopravvivere a periodi avversi, come l’inverno.
Durante l’ibernazione, la temperatura corporea, il consumo di energia e il bisogno di cibo diminuiscono notevolmente, consentendo all’animale di vivere sulle riserve di grasso accumulate precedentemente.
Questo stato di torpore profondo non si verifica solo nei climi freddi, ma è una strategia adottata da diverse specie per superare periodi in cui le risorse alimentari sono scarse o le condizioni ambientali sono troppo severe per mantenere un’attività normale.
Il letargo della puzzola
Quindi, la puzzola non va in letargo completo, ma entra nel periodo di “torpore”. Riduce il tasso metabolico, abbassa la temperatura corporea e limita i movimenti.
Il torpore è più simile a un sonno letargico. Le puzzole, ogni tanto, si spostano anche se la maggior parte del tempo la passano dormendo.
Come per altri animali, in inverno, durante l’ibernazione, la puzzola risparmia energia, poiché le condizioni climatiche fredde e la presenza delle neve, non rendono sicura l’uscita per procurarsi cibo.
Ogni tanto si avventura, ma si tratta di episodi davvero sporadici, può tranquillamente trascorrere molti giorni senza mai uscire dalla propria tana.
Come si prepara la puzzola al letargo
Anche se la puzzola non entra completamente in letargo, si muove in anticipo per prepararsi al lungo e freddo inverno.
Un primo adattamento è quello della pelliccia che, durante il periodo freddo, diventa più folta, grazie allo sviluppo di un ulteriore strato di pelo, più spesso e lungo.
Il sottostrato, invece, è soffice, morbido e molto caldo, e protegge la puzzola dalle temperature gelide.
Prima di entrare in ibernazione, mangia tantissimo, si nutre di qualsiasi cosa trova lungo la strada: vegetazione, carne e perfino spazzatura.
Questo nutrimento extra è fondamentale per accumulare lo strato extra di grasso, che servirà al suo organismo come energia di emergenza quando non potrà uscire dalla tana per cercare cibo durante l’inverno.
La tana della puzzola in inverno
La puzzola è un abile scavatrice ma, per la tana invernale, preferisce altre soluzioni come tronchi scavati, cumuli di foglie, catasta di legna o, se possibile, una tana lasciata da un altro animale.
Per proteggersi ulteriormente dal freddo, condivide la tana con altre puzzole, in modo da stare più al caldo, grazie al calore corporeo l’una dell’altra.
Cosa fanno in inverno le puzzole?
Passano il tempo dormendo, anche di notte. Ogni tanto, escono per cercare cibo. Durante la primavera e l’estate, mangia soprattutto insetti, difficili da trovare in inverno.
Per cui, come ripiego scava nel terreno per nutrirsi di larve. Queste ultime stanno sottoterra e si preparano alla metamorfosi in primavera, ed è quindi molto semplice trovarle.
La puzzola si nutre di vegetazione, tra cui bacche e noci, rane e rospi, ma anche piccoli roditori come topi e anfibi.