I canguri saltano e lo fanno principalmente per la conformazione degli arti inferiori e per il risparmio energetico che gli permette di consumare meno energia rispetto alla corsa.
Gli antenati dei canguri ( gli stenurini), infatti, avevano zampe posteriori molti forti e una coda abbastanza lunga che favoriva questo tipo di andatura. La forza elastica del movimento di questa parte, consente all’animale di spostarsi lontano col minor sforzo possibile.
C’è però da dire che i canguri non hanno sempre saltato, ma hanno appreso questo comportamento nell’era più moderna.
Gli antenati dei canguri non saltavano
Proprio gli stenurini, antenati estinti del canguro, si spostavano camminando su due zampe e non mostravano alcun comportamento che facesse pensare ai salti.
Uno studio pubblicato su Alcheringa: An Australasian Journal of Palaeontology, ha preso in evidenza i metodi di locomozione dei canguri negli ultimi 25 milioni di anni, scoprendo che i marsupiali australiani oggi conosciuti, rappresentano un’eccezione dell’evoluzione della specie.
Lo studio è partito dal presupposto che tutte le ricerche relative alle modalità di spostamento del canguro, riguardassero solo le specie più grandi, trascurando quelle più piccole, lasciando quindi un buco informativo.
Sono stati quindi confrontate strutture ossee, soprattutto tibia e calcagno, dimostrando che pochissimi canguri riescono a muoversi saltando, e che tali specie appartengono a linee evolutive molto più recenti.
Insomma, i primi canguri utilizzavano altri metodi e prima di arrivare al salto, hanno dovuto trovare la misura giusta, poiché questo movimento era possibile soltanto avendo un determinato rapporto tra massa corporea totale, massa muscolare e scheletro.
Successivamente, probabilmente per modifiche legate al clima e l’aumento del tasso di aridità della zona geografica, i canguri hanno iniziato a modificare il metodo di locomozione e specializzarsi nel salto per adattarsi al nuovo habitat.
Come salta il canguro?
Il canguro ha dei tendini posteriori molto lunghi e flessibili che cambiano di conformazione quando l’animale salta. Sono come delle molle, i tendini si allungano sotto il peso, accumulando energia elastica. I muscoli delle zampe, molto forti e rigidi, gestiscono i tendini che immagazzinano l’energia che viene poi rilasciata quando il canguro si solleva.
La maggior parte dell’energia usata dal canguro per compiere il salto viene dai tendini che, a differenza dei muscoli, non si affaticano e non hanno bisogno di ossigeno per funzionare, cosa che permette a questo animale di percorrere lunghi tratti senza affaticarsi.
Andature del canguro
La famiglia dei canguri è chiamata macropodidi e contiene diverse specie, la maggior parte riesce a spostarsi con due andature. Nella prima, detta pentapedia, l’animale procede a bassa velocità come un quadrupede, utilizzando la coda come quinto arto.
Nella seconda andatura, invece, la corsa è più veloce, vengono compiuti salti molto ampi grazie allo slancio dato dalle grandi zampe posteriori. La coda viene utilizzata per bilanciare il resto del corpo mentre sono in aria per qualche secondo.
La maggior parte dei canguri possiede entrambe le andature, ma ci sono generi come il Setonix e il Thylogale che utilizzano soprattutto l’andatura pentapede, oppure, specie del genere Dendrolagus che, invece, non saltano affatto e che sfruttano la forza delle zampe per arrampicarsi.
Quanto salta in alto un canguro?
In base alla specie i canguri possono avere diverse altezze e velocità di corsa. Quello che salta più in alto, ovvero fino a 10 metri di lunghezza e 4 metri di altezza, è il canguro rosso, che raggiunge la velocità massima di 70 km/h,
Stiamo comunque parlando di misure molto estreme, poiché solitamente i canguri coprono distanze, in lunghezza e in altezza, un po’ più basse: 8-9 metri in lunghezza, 3 metri in altezza e 50 km/h in velocità.