Biscia, vipera e altri serpenti, quando arriva la primavera è più facile fare incontri occasionali con questi rettili. Il non saperli riconoscere e distinguere, crea spesso allarmismi inutili e uccisioni che potrebbero essere evitate. Ricordiamo, inoltre, che tutte le specie di serpenti sono protette.
Saper riconoscere una vipera da una biscia o da altri esemplari innocui, è quindi utile ad evitare attacchi di panico e a contenere reazioni spropositate.
C’è da dire che, aldilà della velenosità, i serpenti, vipere e bisce incluse, non rappresentano un pericolo, se non infastiditi. L’importante è lasciarli tranquilli e non avvicinarli. In particolare, le vipere non amano i centri abitati e difficilmente si avventurano in un giardino.
Nel raro caso in cui questo avvenga, bisogna contattare i Carabinieri Forestali o il Centro di Recupero per Animali selvatici. Per riuscire a capire qual è la differenza tra biscia e vipera, vedremo più da vicino le caratteristiche delle due specie.
Come riconoscere una vipera da una biscia
Per capire se si tratta di biscia o vipera, bisogna osservare con attenzione il corpo dell’animale.
In Italia, le sole specie velenose sono le vipere. Col loro veleno possono provocare danni gravi alle prede, all’uomo e anche ad altri animali (Cane morso dalla vipera).
Come anticipato, non rappresentano un vero pericolo per l’uomo se tenute a distanza. Abbiamo:
- Vipera comune (Vipera aspis);
- Vipera dell’Orsini (Vipera ursinii);
- Vipera dal corno (Vipera ammodytes);
- Vipera di Walser (Vipera walser);
- Il marasso (Vipera berus).
La specie più diffusa a livello nazionale, esclusa la Sardegna, è la vipera comune. Le altre specie sono presenti nelle zone Alpine e centro Appenniniche.
Aspetto della vipera
Le vipere hanno un corpo corto e tozzo, misurano tra i 60 e i 90 cm di lunghezza e hanno la coda molto assottigliata.
Hanno la testa a forma di V, piatta e distinta dal resto del corpo, e occhi a pupilla verticale. Sul dorso sono presenti tante piccole squame con un disegno a zigzag molto distintivo, che gli conferisce un aspetto molto ruvido.
Il colore del corpo è variabile, dal marrone al grigio, ma non è una caratteristica affidabile per valutare se si tratta di una vipera o meno, poiché è un carattere facilmente sovrapponibile ad altre specie.
Aspetto della biscia
Il termine biscia viene utilizzato per indicare delle specie di serpenti, chiamati anche natrici, per via delle loro abitudini acquatiche. In particolare, la biscia del collare e la natrice tassellata.
C’è anche chi definisce bisce specie di serpenti innocui come i biacchi e il cervone, molto comuni in Italia.
Sono serpenti molto più distribuiti sul territorio, è possibile trovarli anche nelle zone urbane e rurali. L’aspetto delle bisce e degli altri colubridi è facilmente identificabile: il corpo è molto sottile e affusolato e possono raggiungere anche i 2 metri di lunghezza.
Non è presente alcuno stacco tra coda e corpo, ed è quindi più difficile distinguerli. Bisce e cervone hanno squame sul corpo, carenate come quelle delle vipere. Gli altri serpenti, invece, le hanno piatte e molto lisce.
Le bisce hanno una testa relativamente piccola, ricoperta di squame dalle dimensioni variabili; gli occhi sono grossi con pupilla rotonda.
Il colore del corpo può variare da verde, per quelle che vivono principalmente tra la vegetazione, al marrone, grigio, o anche giallastro e nerastro, per specie che abitano in terreni più aridi o in ambienti rocciosi.
Alcune bisce mostrano anche disegni o pattern sulla pelle, come strisce, macchie, o un mix di colori che le aiutano nella mimetizzazione con l’ambiente circostante.
Questa varietà di colorazioni serve principalmente come meccanismo di difesa per nascondersi dai predatori o per tendere agguati alle prede.
La biscia è velenosa?
La biscia non è velenosa ed è del tutto innocua per l’uomo. Esistono però dei serpenti che vengono raggruppati nella categoria “biscie” e che possono essere molto velenosi.
Un esempio è la biscia del sangue (Rhabdophis tigrinus), presente in Giappone e in Asia Orientale, dotata di una ghiandola velenifera all’interno della bocca, nella parte posteriore. Il suo velenoso può provocare danni molto seri ai predatori e all’uomo.